Il Procuratore di Catanzaro Gratteri merita rispetto e ammirazione per la lotta che fa alla ndrangheta e per il conseguente rischio di vita che corre ogni giorno. Tuttavia ciò non impedisce che certe sue affermazioni siano attentamente valutate e, se necessario, criticate. E’ il caso delle risposte da lui date al giornalista Floris nella trasmissione televisiva ”Di Martedì” del 4 febbraio scorso.
Egli ha dichiarato che avrebbe accettato l’incarico quale Ministro della Giustizia propostogli da Renzi solo se avesse avuto nella materia della giustizia penale “carta bianca” (sic) .
Invero la “carta bianca” in materia di diritto penale non può essere data a nessuno e men che meno ad un Ministro che si prefigge importanti riforme in tale materia. Il ministro può solo fare proposte previe ampie consultazioni con gli operatori del diritto (Magistrati, Avvocati e loro organi rappresentativi). Le proposte devono essere sottoposte al vaglio prima del Consiglio dei Ministri e poi del Parlamento, i quali le possono approvare o legittimamente respingere. C’è anche il controllo del Presidente della Repubblica di mezzo e, se del caso, della Corte Costituzionale in una fase eventuale successiva.
Invero “la carta bianca” non può esistere perché c’è una superiore carta scritta che si chiama “Carta Costituzionale” nell’alveo dei cui princìpi anche il più potente dei ministri si deve muovere. Quando si tocca la giustizia penale si tocca lo Stato di Diritto, la vita delle persone e della società intera sicchè il parlarne deve essere a dir poco “perfetto” e senza approssimazioni. Peraltro dal racconto del Procuratore risulta che Renzi, altrettanto disinvoltamente, gliel’aveva promessa…..la “carta bianca”.
Probabilmente si è trattato di una gaffe del Procuratore ma quando, come in questo caso, attraverso la TV si parla a milioni di persone, bisogna stare molto attenti alle espressioni usate. Si potrebbe infatti pensare che “carta bianca” è equivalente di “pieni poteri” , altra espressione sciagurata usata di recente dal noto ministro sequestratore e citofonatore . Ma su questo non ho dubbi che a parità di espressioni l’equiparazione dei due non è possibile. Gratteri è persona sicuramente diversa.
Durante l’intervista televisiva c’è stata qualche altra affermazione assai discutibile. Secondo Gratteri mille detenzioni ingiuste all’anno in Italia sono “fisiologiche”; chi ostacola il suo lavoro è una “mela marcia”; le molte critiche alla recente mega inchiesta sono la prova che lui ha ragione (insomma “molti nemici molto onore” ha replicato la giornalista D’Amico) ; le sue riforme “avrebbero fatto tremare i polsi” ora non ricordo a chi.
Ma di questo se ne potrà parlare un’altra volta. Per ora restiamo fermi alla “carta bianca”
Avv. Ernesto Mancini – Foro di Verona
5 febbraio 2020