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Elezioni in Calabria: la nuova Governatrice, le telecamere spia e i diritti dei cittadini

Scritto da Ernesto Mancini

In un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Sud all’indomani delle elezioni vinte in Calabria dalle destre  che l’hanno portata alla nomina di Governatrice della Regione, l’onorevole Jole Santelli,   divenuta nota al grande pubblico “per non averla data a Berlusconi” (così il suo leader in un comizio !!) , ha dichiarato testualmente che chi parlerà con lei “sarà registrato”. Ha inoltre aggiunto : “voglio le telecamere nel mio ufficio”. In questo modo la Governatrice si ripromette di garantire trasparenza e anticorruzione.

Alla Governatrice sfugge che  il miglior  modo per prevenire la corruzione ed il malaffare presso la Pubblica Amministrazione non è un mezzo  audiovisivo  idoneo  a riprendere le parole e i gesti di chiunque, cittadini od  imprenditori che si recano presso il suo ufficio per rappresentare richieste lecite perfettamente compatibili  col pubblico interesse e del tutto estranee al malaffare. La riservatezza, infatti, nelle fasi preliminari di qualsiasi iniziativa o procedimento amministrativo,  è un dovere del pubblico funzionario  per favorire l’interlocutore nella prospettazione genuina di fatti e di proposte, per tutelare la sua comunicazione  di dati ed  informazioni, per evitargli danni ingiusti o ritorsioni illegali da parte di eventuali controinteressati. In questo senso la riservatezza è resa obbligatoria per qualsiasi funzionario pubblico da tutti i codici di comportamento della Pubblica Amministrazione.

Alla Governatrice sfugge pure che il sistema di registrazione da lei previsto, non solo non garantisce nulla, potendosi qualsiasi accordo fraudolento formarsi in altro luogo diverso dall’Ufficio “di registrazione”, ma è addirittura controproducente  perché già avverte il delinquente su come agire diversamente per raggiungere ugualmente l’obbiettivo.

Tutto ciò senza contare che simili registrazioni  possono essere autorizzate solo dall’Autorità Giudiziaria nell’ambito di un’indagine penale, sotto la sua stretta  sorveglianza ed  in presenza di specifiche condizioni  (artt. 266 e successivi c.p.p.). Peraltro ogni acquisizione privata di dati, immagini, parole, fuori da tale perimetro o senza il consenso dell’interessato,  costituisce grave violazione alla legge sulla privacy con conseguenti obblighi di risarcimento,  sanzioni amministrative e, in alcuni casi,  sanzioni penali. Anche volendo ipotizzare che in un ufficio pubblico si possa per singoli casi di “sospetto concreto” attivare un sistema audiovisivo di registrazione, ciò non può sicuramente avvenire, come vuole la Governatrice, in modo generalizzato ed indiscriminato per qualsiasi cittadino, ivi compresi i funzionari dell’Ente ricevuti per gli affari di competenza.

La Governatrice metta subito alla porta chi tenta corruzione e malaffare oppure, ancora meglio, avverta gli organi di polizia  e collabori con loro, , per cogliere sul fatto il reo  al fine di costituire  una prova inoppugnabile della  sua colpevolezza. Così hanno fatto altre Amministrazioni con successo in caso di fondati sospetti e non certo per chiunque.

La Calabria, stante il grave stato di dissesto politico, amministrativo e sociale in cui versa, ha bisogno di ben altro rispetto ai propositi della nuova Governatrice del tutto estranei ad una Amministrazione  Pubblica che voglia essere moderna, nella piena legalità e soprattutto leale col cittadino.

La Calabria ha bisogno di trasparenza effettiva e di lotta “legale” alla corruzione incrementando le possibilità di accesso civico e generalizzato secondo le leggi già in vigore (d.lgs. 33/2013 e d.lgs. 96/2016);  ha bisogno di efficienza reale dell’apparato politico ed amministrativo  (art. 97 Cost. che impone  buon andamento ed imparzialità);   ha bisogno di repressione concreta del malaffare senza però rinunciare all’osservanza rigorosa dei principi costituzionali di tutela del cittadino, senza pregiudicare la lealtà nei rapporti con lo stesso, con le  imprese e con qualsiasi altro soggetto che si deve relazionare  con i suoi organi politici ed amministrativi.

La Calabria non attivi strumenti che nessun’altra Regione si è sognata di attivare in modo così generalizzato. Per favore,  non si aggiunga nuova arretratezza politica a quella che c’è già.

Avv. Ernesto Mancini – Foro di Verona

30 gennaio 2020

Pubblicato il: 30 Gennaio 2020

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